domenica 29 luglio 2012

L'estate dei mughi smarsi 4

Quel giorno di fine luglio guardavo con abbandono i mughi che sulle pendici dell'altopiano marcivano soffocati dalla cianoscora, un vero flagello delle conifere su cui già si sono spesi innumerevoli trattati e libri a non finire, e pensavo al mal di vivere, mentre i miei amici erano tutti scesi in paese, chi alla sagra di San Querimonio, chi al bordello. Mi sedetti su una panchina e vidi il simbolo dell'esistenza umana: una vaschetta di gelato abbandonata con una cicca spenta dentro, piena di cenere e formiche e alcune gocce di gelato al mango sciolto. Ecco, il breve ed inutile passaggio dell'Uomo sulla terra era quel rifiuto degradato. Mentre vi riflettevo, passò rombando un furgone scoperto carico di militari in licenza che, riconoscendomi, mi coprirono di ingiurie e cercarono ripetutamente di colpirmi con lattine di birra, alcune ancora piene.


domenica 22 luglio 2012

L'estate dei mughi smarsi 3

Come amico di Manalabria non potevo esimermi dal preoccuparmi per lui. Da anni ormai era senza una donna e sentirlo cantare disperato al chiaro di luna come i Succiacapre nelle notti estive era straziante per me e per tutti i compaesani. A quel tempo vi era una contadina, la figlia di Huber Mussentaler, tale Katarina, detta "Allesmuetter". Rotonda di viso, seno, fianchi, cosce ed intelletto era una preda ambita da tutti i ragazzi del paese, in primis Manalabria. Ma Katarina aveva occhi solo per Hans Lichesteiner, figlio del malgaro, che girava ringalluzzito come un francolino di monte tra le contrade a bordo di un vecchio cingolato tedesco, residuo del recente scontro bellico. Tutte le sere Katarina scendeva in paese a scolarsi la sua dose quotidiana di Valpolicella, importato sull'altipiano da oscuri faccendieri, e tutte le sere Manalabria si faceva trovare al crocicchio del muso smarso tutto elegante nell'abito da festa. Ma lei nulla. Non lo degnava nemmeno di uno sguardo e continuava a camminare riproducendo con quella sua bocca rotonda il rumore del cingolato di Hans :" Brummmm brummm brummmmm".

sabato 21 luglio 2012

L'estate dei mughi smarsi 2

..ricordo ancora poi i pensieri che correvano ai lunghi inverni ..Si inziava ad ottobre quando le vacche lasciavano i pascoli e il vecio Masurana risaliva chino le mulattiere che portavo agli alpeggi a chiudere con un rugginoso serraglio le stalle ammuffite dall'estate..
A novembre era il tempo di Zeno il monatto che dopo avere amoreggiato tutta l'estate tra i cespugli ed i rododendri delle terre alte scendeva a valle col suo carreto speranzoso di troavare fortuna nelle pestilenze invernali..
A Natale lasciava i suoi passi stanchi e croccanti nella neve dura il Cesco, il capo dei cacciatori ..se ne andava guardingo tra i larici mezzi sepolti a depositare trappole per le lepri e per i mussi in amore..
A primavera quando le albe erano sempre più in anticipo la in lontanaza verso le Pale di San Martino..che arrosivano ai primi tentativi maldestri del sole di marzo..spuntava da dietro i pini cembri Boicotto l'uccellaio di Sovizzo..saliva dalla pianura con la sua pipa fumosa in bilico sui baffi ingialliti e cercava urogalli in amore...

Kabul Manalabria

L'estate dei mughi smarsi


Ricordo bene quel luglio in cui la gente di città, sfinita dall'afa soffocante, saliva il fine settimana alle nostre malghe cercando refrigerio e buon formaggio. Io li osservavo seduto sulla mia panchetta di noce, fumando trinciato forte e rimestando i miei ricordi. Rivedevo i volti dei compagni d'un tempo ed elencavo i loro nomi di battaglia: el moleta, Bepi Strazzòn, Benjamin, il maestro... giovani non invecchiati che avevano lasciato la vita sull'Ortigara.Quell'Ortigara che ai più ricorda le battaglie sull'altopiano durante la Prima Guerra Mondiale, ma che per noi era un grande campo di ortiche dove facevamo all'amore nelle sere di maggio, fra le genziane e le cacche dei caprioli. Memorie dense e pungenti, che sapevano dell'amaro del fondo delle vecchie botti di rovere, dove per scherzare i miei amici mi rinchiudevano per alcuni giorni alla fine della scuola...
(estratto dal libro "L'estate dei mughi smarsi" di Kabul Manalabria Stern)