martedì 17 agosto 2010

Introduzione: il sindaco di Verona

Sprofondato nella sua poltrona di pelle bordeaux, l'uomo accarezzava un cucciolo di puma che gli stava accoccolato in grembo.

Dall'enorme finestra alle sue spalle si dominava tutto il centro storico di Verona. La città che un tempo era stata di Roma, che poi era stata di Cangrande, poi ancora era stata di Tosi. E infine era diventata sua. Non era divenuto sindaco, non era a capo della polizia, non era vescovo, non era al vertice di alcun potere costituito o riconosciuto, eppure chiunque, da Vicenza a Brescia fino alle più profonde Basse Veronesi avrebbe esitato nel dichiararlo il reale "dominatore" della città.
Quanto era costato costruirsi uno studio in cima alla Torre dei Lamberti? Quante persone aveva dovuto corrompere? O minacciare? Queste erano alcune fra le molte domande che si poneva mentalmente il giornalista in attesa che l'uomo sedutogli di fronte terminasse di contemplare il panorama e desse inizio all'intervista. Dopo un'attesa spasmodica che durò diversi, interminabili minuti, la poltrona bordeaux si voltò con uno scricchiolio e Herr Dobermann esclamò con un sorriso compiaciuto: "Allora, da dove cominciamo?".
(continua...)

1 commento:

Francesco ha detto...

Questo è un futuro molto prossimo....