“Questa rivelazione cambierà la vita di molte persone, lo sa?” commentò il giornalista, che non aveva smesso un istante di scrivere affannosamente sul suo taccuino.
“Sì, lo immagino” commentò, sornione, Herr Dobermann. “Cambiare le vite degli altri è il mio mestiere. In peggio, quando possibile”. Poi con un gesto controllato fece scendere il piccolo puma dalle sue ginocchia e si alzò verso la finestra. “Ora però si sta facendo tardi e ho ancora molte imprese da far chiudere, delinquenti da far scarcerare, governi da far cadere. La devo proprio salutare!”.
"Ma io ho ancora molto da chiedere! Lei non..." cercò di protestare il giornalista, ma Herr Dobermann lo zittì picchettando con le dita su una fotografia in bianco e nero di un impiccato: l'ultima persona che l'aveva importunato molti anni fa.
"Sono sicuro che lei conosce bene il limite oltre il quale non spingersi per non diventare sgradevoli e quindi sgraditi. Ma comprendo anche le sue necessità di sapere e di far sapere, quindi le farò un dono". Il giornalista sussultò: un dono? Forse una morte veloce?
"Le darò i contatti diretti di molte persone illustri. Persone oggi note, temute e rispettate ma che dieci anni fa non erano nessuno. E intendo dire persone inutili, scialbe, persone con i cui necrologi la gente avrebbe incartato il pesce fritto da tanto poco valevano. Persone che però ebbero la sorte di conoscere me e quindi di ascendere rapidamente ai ertici della gerarchia sociale. Kabul Manalabria Guglielmini, Mazzu "Clelia Clelia" Massurana, Zeno Zenorini... solo per dirne alcuni. La mia segretaria le darà una preziosa lista di indirizzi che la lancerà diretto verso i più prestigiosi premi giornalistici". Seguì un silenzio sbigottito. "Lo so, lei si chiederà perchè io le faccia questo dono. Beh, credo che sia giunto il momento che l'Italia conosca veramente le persone che l'hanno in pugno. E ora vada."
Quando il giornalista, praticamente genuflesso, chiuse la porta e si precipitò nell'ufficio della segretaria, Herr Dobermann sorrise. Quando l'Italia avesse conosciuto chi erano veramente le persone di quella lista la loro popolarità sarebbe crollata, sarebbero tornati nel fango che a loro competeva... e l'unico a salvarsi sarebbe stato lui. E sbaragliati i rivali l'Italia sarebbe stata finalmente sua per intero.
(continua...)
Non hanno scrupoli. Non hanno pietà. Non hanno senso del pudore. Se nomi come Ramon Gutierrez, Joe Mannaia, Saverio Corleone, Frankie Johnsson Andersson non vi dicono niente è perché finora avete avuto la fortuna di non incrociare mai le Pistole di Flanella. Ma i bei sogni finiscono sempre. E pure male.
venerdì 17 settembre 2010
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