"Aspetta Piega!" gridai al mio amico centauro che si stava allontanando. Lui si fermò e mi squadrò con occhi assenti, si grattò la testa unta e mi chiese con quel suo solito modo di parlare impastato: "Ma che ci fai con quel cappotto? Parti per le Russie?".
Fu in quel momento che mi accorsi che il sole settembrino non aveva nulla da invidiare alla calura del Ferragosto da poco passato, che ero completamente sudato sotto il pesante cappotto e il berretto dipelo di volpe. Non c'era stato alcun temporale quella notte, non c'era alcuna fresca aria umida, solo caldo e tormenti. La prima cosa che mi venne in mente per uscire da quella situazione imbarazzante fu di chiedere a Piega di farmi fare un giro sulla sua moto, per asciugarmi. Mi tolsi gli indumenti invernali e rimasi in maglietta e pantaloni corti. Salii sulla Kawasaki di Piega. Il giorno dopo avevo la polmonite.
(continua)
Non hanno scrupoli. Non hanno pietà. Non hanno senso del pudore. Se nomi come Ramon Gutierrez, Joe Mannaia, Saverio Corleone, Frankie Johnsson Andersson non vi dicono niente è perché finora avete avuto la fortuna di non incrociare mai le Pistole di Flanella. Ma i bei sogni finiscono sempre. E pure male.
sabato 15 settembre 2012
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