Come amico di Manalabria non potevo esimermi dal preoccuparmi per lui. Da anni ormai era senza una donna e sentirlo cantare disperato al chiaro di luna come i Succiacapre nelle notti estive era straziante per me e per tutti i compaesani. A quel tempo vi era una contadina, la figlia di Huber Mussentaler, tale Katarina, detta "Allesmuetter". Rotonda di viso, seno, fianchi, cosce ed intelletto era una preda ambita da tutti i ragazzi del paese, in primis Manalabria. Ma Katarina aveva occhi solo per Hans Lichesteiner, figlio del malgaro, che girava ringalluzzito come un francolino di monte tra le contrade a bordo di un vecchio cingolato tedesco, residuo del recente scontro bellico. Tutte le sere Katarina scendeva in paese a scolarsi la sua dose quotidiana di Valpolicella, importato sull'altipiano da oscuri faccendieri, e tutte le sere Manalabria si faceva trovare al crocicchio del muso smarso tutto elegante nell'abito da festa. Ma lei nulla. Non lo degnava nemmeno di uno sguardo e continuava a camminare riproducendo con quella sua bocca rotonda il rumore del cingolato di Hans :" Brummmm brummm brummmmm".
Non hanno scrupoli. Non hanno pietà. Non hanno senso del pudore. Se nomi come Ramon Gutierrez, Joe Mannaia, Saverio Corleone, Frankie Johnsson Andersson non vi dicono niente è perché finora avete avuto la fortuna di non incrociare mai le Pistole di Flanella. Ma i bei sogni finiscono sempre. E pure male.
1 commento:
Dall'altopiano di Asiago trascinati in Alto Adige! Dove c'è Manalabria c'è surrealtà!
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